Credevo che il lavoro il fondamento
fosse della Repubblica Italiana
e chi distinto avesse il proprio ingegno
in quest’impegno, ch’è fondamentale,
del merito e d’onor era insignito
di grande Cavaliere del Lavoro.
Invece chi ti trovo in questa lista?
Non chi si è cotto il dorso sotto il sole
solchi a tracciar in campo e mieter messi;
non quei che in mezzo al pelago tra le onde
su picciol legno sfida la fortuna
o chi riarsa ha mano in officina;
non quei che in miniera e in gallerie
mai vede il sole, l’aria non respira
e adattato ha l’occhio al buio pesto,
né mira mai la luna in notte azzurra,
le stelle che tramontan all’aurora,
ché il sol le caccia al cielo e leva il trono
e falle impallidire, tenerelle.
È cavaliere Silvio Berlusconi,
Calisto Tanzi in bella compagnia
di tutti gli altri che hanno evaso il fisco,
dell’opra altrui sono sfruttatori,
hanno frodato il pubblico e il privato,
regole e banche hanno raggirato,
su frode edificato lor fortune,
l’umanità, lo stato han depredato.
Ma dico: che guardate, presidenti,
quando vi vien proposto da insignire
un uomo, un nome, un simbol da imitare?
Che documenti avete controllato?
Che puntuali indagini eseguito?
Che informazioni assunto, che notizie
avete con attento e vigil occhio
raccolto in giro quale garanzia
di quei che ha fatto, fa ed è fatturo?
Se simboli han da esser da seguire,
modelli cittadini da emulare,
sian puri, onesti come l’acqua chiara!
O come l’aria pura in alta quota,
ove fetór di condizione umana
sgradevole non giunge e non vi ha trono!
L’aquila sola, che ha la vista acuta,
può svolazzarvi ed agitar le piume
non tocche da vil fango della terra.
Cleto, 20 marzo 2014 Franco Pedatella
Blog: francopedatella.com
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