Miro me vecchio e lento e al passo svelto
di giovinetta vo commisurando
il mio che faticoso al primo segue.
Poi torno con la mente agli anni verdi,
quando vincea la corsa a mille metri
o quando al campo sportivo della Macchia
terzino volante difendevo
la porta mia, volando sul pallone.
Ma dolce è il passo della giovincella,
lieve quanto pesante era il mio,
e ciò tornar mi fa alla differenza
tra il baldo giovincel, qual ero io,
e l’agil corpo della verginella
che il viso, il guardo, il cuor ha di una dea.
Roma, 30 gennaio 2014 Franco Pedatella
Blog: francopedatella.com
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