Turrite mura e pietre al sol riarse
tra le ondeggianti cime capolino
fanno e al passegger di mille anni
e più la storia narran della gente
che l’abitò e vinse e fu sovrana
degli altri borghi intorno e d’invasori
fu serva ed a tremuoti fu soggetta
che il volto e il petto e il piè ne deturpâro.
Or te ne stai solingo, mio castello,
sopra il costone donde le vallate
d’Oliva, Guarna, del Maiuzzo e l’Onti
osservi da padrone e non ascolti
gli strilli dei bambini sul tuo piano
che giocano a pallone e gridan: “Goal”.
Roma, 15 dicembre 2013 Franco Pedatella
Rispondi