Roma fu sempre meta di straniere
genti, di religioni esterne e lingue,
che la romana féro universale,
di civiltà che fêr quella romana.
L’Italia porto fu di più nocchieri,
che in mar viaggiando e conoscendo il mondo
qui l’esperienza del vagar portâro
e lor notizie fûser con le genti
distribuite in pace nelle valli
ad onorar Saturno e infiocchettare
di bionde foglie a Demetra le chiome.
Or sopportare può che brutto ceffo
celtico, aduso a barbari costumi,
da vicepresidente travestito
di quel che un dí fu il nobile Senato,
insulti rozzamente chi è ministro
della bella Repubblica Italiana
perché la pelle ha nera e vien dal Congo?
Questo non féro a Terenzio in Roma,
né ad Apuleio tolsero l’onore
d’esser nomato amabile scrittore,
né ad Agostino tolser l’occasione
di ascendere agli onori dell’altare,
anzi la vita e il cogito profondo
entrar lo féro nel cristian mistero
sicché fu proclamato in Roma santo.
Eppur venivan d’Africa costoro!
Ed il Sultano a onor di Federico
fermò a Jerusalem sul minareto
i versi del Corano che a preghiera
il popolo chiamavan musulmano.
Roma, 16 luglio 2013 Franco Pedatella
Bog: francopedatella.com
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