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Archive for marzo 2012

 

Oggi a Savuto di Cleto nell’edificio della Scuola Secondaria di 1° grado di Cleto, alle ore 9,30, si è svolta la manifestazione finale del Progetto PON Le(g)ali al Sud a cui ha partecipato come relatore don Giacomo Panizza, fondatore e presidente della “Comunità Progetto Sud” di Lamezia Terme.

Quest’incontro, insieme a quello svoltosi  precedentemente ad Aiello Calabro con l’onorevole Salvatore Magarò, presidente della Commissione Regionale contro la ‘ndrangheta, costituisce un importante momento programmato del progetto a cui l’Istituto Comprensivo di Aiello Calabro ha aderito, con il partenariato del Comune di Aiello, e che ha visto impegnati gli alunni delle quarte e quinte classi dei Plessi della Scuola Primaria di Aiello e di Cleto.

Il progetto, fortemente voluto dal Dirigente Scolastico, prof.ssa Caterina Policicchio, ha coinvolto il prof. Giuseppe De Vita, in qualità di Referente valutazione del progetto, le maestre Luisa Magli e Anna Maria Milito, nella veste di Tutor interne rispettivamente per il Plesso di Aiello e quello di Cleto, le dottoresse Eugenia Pagliaro e Laura Coccimiglio, quali Tutor esterne rispettivamente per il Plesso di Aiello e quello di Cleto, e la prof.ssa Franca Cuglietta, organizzatrice delle visite agli Enti locali previste nel progetto.

Oltre a questi, hanno presenziato all’incontro il Presidente del Consiglio d’Istituto, sig.ra Rosaria Falsetto, il Sindaco del Comune di Cleto, prof. Giuseppe Longo, il Vicesindaco di Cleto, Armando Bossio, l’Assessore alle politiche sociali del Comune di Aiello Calabro, dott.ssa Rosetta Lepore, in rappresentanza del Sindaco, altre autorità civili, quelle militari, rappresentate dai Carabinieri della locale Stazione di Aiello Calabro, e quelle associative del luogo.

A coordinare i lavori e moderare gli interventi è stato il prof. Giuseppe De Vita, che ha illustrato per grandi linee motivazioni, contenuti e finalità del Progetto e ringraziato tutti coloro, a cominciare dalle maestre tutor e dagli alunni, che con il loro lavoro hanno reso possibile la sua realizzazione.

Subito dopo  la proiezione del video tratto dalla trasmissione televisiva “Vieni via con me” di Fabio Fazio e di Roberto Saviano, in cui Panizza, che era ospite,  raccontava tutto quello che gli era piaciuto della Calabria e  smentiva lo stereotipo consolidato della nostra come regione della mafia, il prof. De Vita ha presentato la figura di don Giacomo Panizza, prete coraggio nel mirino della ‘ndrangheta.

La Dirigente Scolastica, rivolti i saluti di rito agli intervenuti, alle Autorità ed alle Associazioni e ringraziati caldamente quanti hanno collaborato alla realizzazione del Progetto ed alla preparazione della manifestazione, ha ricordato la bella esperienza del giorno prima quando, recatasi nell’aula della terza classe della Scuola Media, ha fatto proiettare il filmato della trasmissione televisiva “Vieni via con me” ed ha constatato l’attenzione e l’entusiasmo dei ragazzi. Da ciò ha tratto spunto per alcune considerazioni psico-pedagogiche e sociologiche sulla bontà della natura dei fanciulli nel momento della nascita e sull’influenza negativa che su di loro esercita poi la società, tendente a modificarne in peggio tale inclinazione naturale al bene. Da qui è passata ad illustrare la stretta connessione tra il rispetto dell’ambiente e del patrimonio naturale e paesaggistico e la difesa della legalità. Su questo piano è decisivo, ha affermato la Dirigente, l’intervento della scuola, con il suo progetto educativo orientato al rispetto delle regole che presiedono alla vita della comunità. Alla fine del suo intervento ha ricordato i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino come esempi e maestri di vita, di una vita dedicata all’assolvimento del dovere al servizio della giustizia e della legalità.

Quindi l’insegnante tutor Anna Maria Milito, affiancata da alcuni alunni del plesso di Cleto, ha efficacemente illustrato le slide che riproducevano tutto il percorso didattico del Pon svolto, con i vari incontri ed appuntamenti che gli alunni hanno promosso e vissuto attivamente: con le elezioni del loro sindaco, con gli uffici municipali di Aiello, con il Palazzo della Provincia di Cosenza, con la sede del Consiglio Regionale a Reggio Calabria, in cui hanno simulato l’iter della proposta ed approvazione di una legge relativa alla tutela degli animali, con il riciclaggio della carta, con il trattamento del bergamotto e con gli antichi mestieri e gli attrezzi dell’artigianato tradizionale. http://www.scuoleaiello.it/progetto-legali-al-sud-cleto/

Ha poi preso la parola don Giacomo Panizza, che ha sottolineato l’importanza della scuola  nella battaglia quotidiana per la vittoria definitiva contro la mafia, con il suo progetto educativo capace di far crescere uomini e cittadini consapevoli.

Quindi, attraverso la proiezione ed il commento di alcune slide che riproducevano la sua attività in Calabria, ha raccontato la sua esperienza a Lamezia Terme, con linguaggio chiaro fatto di cose e con la semplicità del modo di porsi ed atteggiarsi che gli è tipico e congeniale, spiegando anche in modo interattivo, promovendo la partecipazione attiva dei bambini, alcuni concetti che stanno alla base della sua esperienza al fianco della legalità, permeando la legalità anche di valori umani che vanno oltre gli aspetti formali del rispetto della legge. Ha ricordato come dei diversamente abili entrati in comunità ha fatto uomini attivi pienamente dotati di eguale dignità con gli altri uomini, come dei Rom ha fatto elementi attivi della raccolta differenziata “porta a porta” dei rifiuti, operando positivamente per il superamento della diffidenza e dei pregiudizi che le famiglie di Lamezia nutrivano nei confronti di questi gruppi ed altre iniziative ancora con la semplice ma significativa parola d’ordine “io ci provo”. Ha posto poi l’accento sulla necessità di una riforma culturale, anche perché la mafia “lavora con i piedi per terra” e s’inserisce perfettamente nelle abitudini e nel modo di pensare della gente comune. Sa vestire pure i panni della religione, mostrandosi esteriormente e formalmente devota. Quindi noi dobbiamo bandire certi atteggiamenti dalle nostre abitudini, dal nostro modo di vivere e di pensare, perché anch’essi in un certo senso sono cultura.

L’intervento di don Panizza ha coinvolto i ragazzi di Aiello e di Cleto in un dibattito interessante, che ha visto gli alunni rivolgere appropriate domande.

È stata poi la volta dei rappresentanti delle Istituzioni locali.

Il vicesindaco di Cleto e l’assessore alle politiche sociali di Aiello Calabro hanno portato i saluti delle rispettive Amministrazioni e ringraziato don Panizza per la sua presenza a Cleto e per l’opportunità offerta oggi di discutere di un problema così sentito in Calabria.

Alla fine è seguito un brevissimo intervento di saluto di Franco Pedatella, in rappresentanza di Cletarte, che ha elogiato il comportamento dei bambini, che è stato la prima prova evidente dell’efficacia del corso, ed ha ricordato che la presenza delle Associazioni accanto alla Scuola ed alle altre Istituzioni può costituire una rete capace di vincere la battaglia per il trionfo della libertà, della felicità e della vita contro la delinquenza organizzata che invece rappresenta la morte.

L’incontro si è concluso alle ore 12,00 circa, con la distribuzione di gadget da parte dell’Associazione ANAI di Cleto.

Cleto, 22 marzo 2012                                   Franco Pedatella

 

 

 

 

 

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(I privilegi)

Il componimento è stato scritto quando la tutela dei diritti, della salute, della dignità, della libertà, direi dell’umanità, del lavoratore è stata definita, da parte padronale e governativa, un privilegio. Viene definito privilegio il fondamentale diritto al lavoro, che poi è diritto alla vita ed alla partecipazione all’organizzazione sociale, civile, economica e politica del Paese da parte di tutti i cittadini, come  viene enunciato nel primo articolo della Costituzione Repubblicana e precisato in quelli successivi. Mi è sembrato di trovarmi di fronte ad un capovolgimento dei valori, ad una specie di rovesciamento della storia e della civiltà, senza che questo abbia suscitato un sussulto di sacro sdegno in tutti coloro che sono in grado d’intendere e di volere.

Tu, che col freddo intenso o sotto il sole

cocente di canicola coltivi

la dura terra avara e del suo frutto

ben poco prendi, ch’altro è del padrone,

 

privilegiato sei, ché hai il lavoro!

 

Tu, che alla catena di montaggio

compi infiniti gesti, tutti uguali,

e li ripeti pure fuor d’azienda,

fin quando dormi par li fai a comando,

 

privilegiato sei, ché hai il lavoro!

 

Tu, che profonde scavi gallerie

e vivi la gran parte di tua vita

sotto gli abissi di tartarea terra

che tienti al buio e il sol ti nega agli occhi,

 

privilegiato sei, ché hai il lavoro!

 

Tu, che trascorri gli anni in fonderia

e guardi solo masse di metallo

incandescenti sciogliersi e versarsi

in stampi e sparger acidi e calore,

 

privilegiato sei, ché hai il lavoro!

 

Tu, che in miniera vivi come talpa

e v’entri a mane e fino a notte i’ resti

ed il sereno non conosci e ignori

lo svolazzare degli uccelli in festa,

 

privilegiato sei, ché hai il lavoro!

 

Tu, che dopo una vita di fatica

una pensione percepisci, scarna,

ché non v’è chi t’impieghi perché, lento,

regger non puoi a produzion globale,

 

privilegiato sei, ché hai lavorato!

 

Invece quei che su fornite navi

trecento giorni all’anno sta in crociera

e il resto siede in riverite scranne

fingendo di operare e mille servi

 

gli stanno intorno a prendere comandi;

e quelli che non han capienti tasche

a metterci il denaro mal ghermito,

che spender poi, ahimè, è grande affanno,

 

pretendono di tôrre i privilegi

a quelli che s’affannano a produrre

ricchezza a lor e scambian le parole

mutando il suono e il senso delle frasi

 

sí che chi deve dare invece prende

e quei che prender deve invece dona.

Amico, sembra un giuoco di parole,

invece è dura, amara realtà:

 

sudar, venir sfruttato è privilegio,

curarsi, se infermo, è privilegio,

avere il dí festivo la domenica

e riposar, se stanco, è privilegio.

 

E se, a lavoro fatto fido e pronto,

al tuo padron val bene licenziarti

e forze assumer nuove e braccia fresche,

perché le tue succhiate ha come un uovo,

 

non val che la tua vita sia distrutta

per lui; deve poter buttarti fuori

senza di legge straccio a tua difesa,

che ti protegga dalla belva umana.

 

Il non poter buttarti in strada pronto,

il non poterti fare schiavo a pieno,

togliendoti la consapevolezza

che il sei, e in te annullar coscienza d’uomo,

 

non esser merce, questo è il privilegio.

 

Un giorno eran diritti conquistati

dopo millenni di cruente lotte

avverso all’arroganza dei potenti.

Oggi nel nostro mondo capovolto,

 

mutato il suono e il senso alle parole,

il povero divien privilegiato

e il ricco a sé la libertà reclama

di dare o tôrre al povero il lavoro

 

secondo l’esclusivo suo interesse,

che a nulla che a suo lucro è sottoposto.

Che importa, poi, se quei con la famiglia,

ancora pigolante, sotto un ponte

 

finisce o in marciapiede a tender timida

la mano a viso basso e tremebonda,

ché non adusa, ad aspettar tintinno

da mano amica, cui quel che ha è bastante?

 

L’articolo diciotto, che protegge

il tuo diritto d’essere soggetto

e non oggetto dell’altrui volere,

donando dignità al tuo lavoro,

 

è un privilegio, anzi è il privilegio.

Così lo definiscono i signori.

Cleto, 13 marzo 2012         Franco Pedatella

Blog: francopedatella.com

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Questo componimento è per un Otto marzo pacifico, in cui è data per acquisita la conquista dei diritti della donna, anzi di essa si fa una “Signora” che benevola ha nelle proprie mani il destino degli uomini. Solo l’eco lontana delle lotte del passato, date ormai per superate, rimane nell’animo, in una prospettiva di elevazione sentimentale e morale della vita, anche senza dimenticare i casi numerosi di discriminazione della donna, non soltanto nel mondo che noi occidentali consideriamo non democratico, ma anche nelle cosiddette democrazie occidentali, soprattutto quando la donna, per la sua ricca e naturale specificità, entra in contrasto con il maschilismo ottuso o con la logica del capitale, cioè quando nelle più diverse situazioni non è una merce docile.

Pronta a destriero in groppa, arco in spalla

e punte aguzze all’omero in faretra,

l’Amazzone si lancia e mai non falla

nel perseguir trionfo né più arretra.

 

Ma di’, Dòmina mia, a che l’attrezzo

porti a pugnar battaglia già trionfata?

L’uom che t’è a fronte quieto giace al rezzo

d’olmo e al suol ha l’arma sua posata.

 

Non vuol sommetter la compagna amata,

anzi la vuole al fianco sua Signora.

La guerra antica ormai è terminata.

 

Tu gli sei pari al lato ed ei t’adora,

tra le sue braccia con amor t’accoglie.

Col suo pensier ti corre dietro ognora

 

e cera al guardo intenso tuo si scioglie,

quando il tuo stral d’amore al cuor lo coglie.

Cleto, 8 marzo 2012           Franco Pedatella

Blog: francopedatella.com

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È una riflessione franca e sincera, forse anche istintiva, dettata dalla notizia del rifiuto del segretario nazionale del PDL, Angelino Alfano, di partecipare all’incontro, già programmato e concordato, dei partiti che sostengono il governo con il Presidente Mario Monti ed alcuni suoi ministri, in cui si sarebbe parlato, tra le altre cose, anche di riforma della giustizia e di televisione. Le motivazioni della marcia indietro mi sono sembrate ridicole, non sostenibili sul piano politico, a meno che questo non faccia tutt’uno con quello personale e degli affari, ed inoltre  offensive dell’intelligenza dei cittadini.

 

Attento, Monti! Qui non puoi andare!

Questa è la riserva dei padroni!

Nessuno può a ragion legiferare

ove ha piantato i piedi Berlusconi.

 

Ov’è pubblicità televisiva

e dove la giustizia è da bloccare,

quello è il terreno di riserva attiva

dove Padron Leone può cacciare.

 

E il popolo attende esterrefatto

se d’alcun colle lèvasi un guerriero,

che armato di giustizia e a pugna adatto

 

proponga se qual abil condottiero,

e non si guarda dentro, ove giace

vera democrazia che a tutti piace:

 

quivi è la forza della volontà,

che ai popoli è insegna di progresso!

Di sé fuor tragga giusta autorità

l’Itala gente se al futuro ha accesso!

 

Cleto, 8 marzo 2012            Franco Pedatella

 

Blog: francopedatella.com

 

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