Ve’ come s’erge invèr lo ciel sereno
incontr’al Col Sant’Angelo il castello
e come i fianchi sfida d’esta altura
con le rifatte mura che riflettono
al sol luce d’aurora e dell’occaso
rossastra che il color di roccia prende
e tutto il luogo pare in armonia
con la natura che ancor vi vegeta
intatta e ne riprende i suoni e il soffio
vital sί che la gente che vi abita
è come se dall’ancestral regina
vita prendesse e ad osservar quei ruderi
forza traesse da un passato eroico
e basi del doman gettasse solide.
Poeta, che ricerchi u’ t’ispiri,
a questa sacra e antica terra vieni.
Dall’eco delle rocce e degli anfratti
udrai il narrar di vergini che il mare
d’onde sbuffanti traversâr con rischio
e quivi giunte, da beltate attratte,
posero albergo e diêro il nome e i frutti
e i figli poi costrussero il castello.
Cleto, 12 settembre 2010.
Franco Pedatella
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