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Archive for 26 ottobre 2011

Un tempo l’avvocato era oratore,

retorica sapeva  e Cicerone;

in foro era un abil  parlatore

che pronunciar sapea la sua orazione.

 

Gelmini or avvocato Mariastella

quando apre bocca ha lingua claudicante

che par tra onde incerta navicella

e tra fonemi e regole è ondeggiante.

 

Perciò più che mandarla in tribunale,

meglio è farla ministro d’istruzione

per evitar ai rei qualche penale.

 

In fondo a scuola un po’  fa confusione

<<innocüa>> tra studio e apprendistato:

son pari cosa per l’analfabeta.

 

Il piano è ampiamente preparato:

svuotato il piatto della conoscenza,

liberamente al giovin è negato

capir se sceglie cògito o ignoranza.

 

Del zappator ai campi torni il figlio,

nella bottega al fabbro il bel rampollo,

al privilegio eterno torni il giglio,

all’umil  torni il giogo sovra il collo!

 

Non più è necesse ad esser candidato

a governar regione federata

saper di leggi o di affar di stato:

ministro è tal di gente analfabeta.

 

Franco Pedatella

Cleto, 10 settembre 2010.

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Il testo è nato per la rabbia suscitata in me dall’atteggiamento di derisione tenuto nei confronti del  Presidente del Consiglio italiano Silvio Berlusconi, ed attraverso di lui nei confronti di tutto il popolo italiano, da parte dei Presidenti francese e tedesco davanti alle telecamere, in immagini che hanno fatto il giro del mondo ed hanno suscitato in modo palese (ma succedeva di già da quando quest’uomo ridicolo fa il Presidente del Consiglio) l’ilarità di tutte le Nazioni del mondo. Subito ho pensato alla disfida di Barletta, quella vera, ed alla miseria materiale e morale degli Italiani di oggi e di colui che dovrebbe essere il difensore della dignità nazionale ed invece è la causa prima del suo declino in una comunità, quella europea, di cui l’Italia è membro fondatore.

Anche in quel tempo un condottier francese

tacciò di fellonìa gli Italiani,

di gran viltate li incolpò a Barletta,

perché spergiuri ordivan tradimenti.

 

Allor levòssi di contrasto il petto

del cavaliere Ettòrre Fieramosca,

che mise insieme tredici animosi

ed ai Francesi morse il fianco e il petto.

 

Or si ripete a cinquecento anni

la stessa offesa a chi guida l’Italia,

peggior perché di derisione intrisa.

 

Ma Ettòr dov’è, u’ posa il Fieramosca,

che pronto a offrire il sangue, il viso e il petto

s’erga vittore o giaccia nella polve?

 

Or chi comanda guardasi allo specchio

a veder rughe o ciuffo s’è ben folto

e tiènsi mani strette sulle tasche,

l’una che prende ghiotta, l’altra stringe.

Franco Pedatella

Cleto, 25 ottobre 2011

Blog: francopedatella.com

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