Feeds:
Articoli
Commenti

Archive for the ‘Home’ Category

Al papà

 

Dopo aver pensato alla mamma, lo stesso giorno ho pensato all’altra figura che nella famiglia ha sempre avuto un ruolo centrale per quanto riguarda il sostentamento e la guida educativa e morale, quando la donna, nella famiglia patriarcale, agiva solo all’interno delle mura domestiche: il padre.

 

Il tuo papà è quei che con grand’arte

ti guida pei sentieri della vita,

se c’è il bisogno lascia tutto e parte

dietro a colei che gli è di man sfuggita:

 

la buona sorte ch’ei vuol t’accompagni

per tutti i giorni della tua esistenza.

Gli astri anche vuole che ti sian compagni

quando è necesse a te loro assistenza.

 

Poi vuol che non ti manchi il pane in bocca

e il sol ti arrida e illumini la notte

bianca la luna e l’acqua alla tua brocca

 

sia sempre pura qual sorgente emette.

Perché abbia questo tu, le spalle ha rotte

ei che dei giorni suoi fe’ dì di lotte.

Cleto, 13 maggio 2012                   Franco Pedatella

Blog: francopedatella.com

 

Read Full Post »

                                                                                                     (Alla mia donna)

La situazione odierna, nonostante le tante parole che si fanno sulla libertà e l’emancipazione della donna e la parità dei diritti con l’uomo, stando alle cronache, è davvero disperata e deve preoccupare a causa dei continui atti di violenza di cui il sesso femminile è fatto oggetto, violenza che arriva all’uccisione, il cosiddetto femminicidio. Allora accanto alla repressione del delitto bisogna adottare la prevenzione, soprattutto una particolare forma di prevenzione che si chiama educazione, cioè quel complesso di conoscenze e di comportamenti che formano l’uomo e lo rendono civile. Per questo ho pensato, per questa ricorrenza, di scrivere un testo che esalti le buone maniere che ogni uomo deve usare nei confronti della donna, a cominciare dalla propria donna, che può essere la moglie, la compagna, la fidanzata, l’innamorata, la madre, la sorella, per non dire la donna che gli è vicina. L’uomo deve rivolgerle pensieri di cortesia, farla destinataria di parole gentili, farla oggetto, sì, proprio oggetto di lodi che non abbiano niente di materiale, ma la collochino in un’atmosfera in cui il rispetto, addirittura l’adorazione, sia il motivo dominante di un rapporto nel quale la parità si realizza anche attraverso la cortesia e la raffinatezza dell’habitus su un piano spirituale. In un uomo educato in questo modo non vi può essere posto per intenzioni malvagie o brutali. Avremo così aiutato la prevenzione, quella che generalmente s’intende come intervento di tutela prima che si verifichi il fattaccio, ed evitato, in molti casi, la repressione. Le obiezioni a questo testo saranno tante, ma ritengo che lo si possa considerare un elemento capace di suggerire strade alternative alle tante ovvietà che si sentono in giro e far partire un processo di maturazione, all’interno della coscienza di ogni uomo degno di tal nome, di un comportamento onorevole. Sogni? Non so. Intanto non è qualcosa di sostitutivo, è solo un elemento aggiuntivo che mette al centro l’educazione e può parlare a molte coscienze, non a tutte. Poi, si sa, non tutti i chicchi di grano seminati nel campo daranno frutti, ma nel campo degli uomini i frutti buoni possono anche contagiare, forse costituire un’epidemia benefica. E sia!

 

Inghirlandar vorrei le belle chiome

del fulvido color della mimosa,

ma di bel fior non son raccoglitore,

di voci fabbro sono risonanti.

 

Per questo t’inghirlando di parole

e laudi tesso alle dolci chiome,

degli occhi canto eterno lo splendore,

dell’animo il calor, del cuor l’amore.

 

Se il fior s’affloscia e perde il suo vigore,

quando alla sera il sol s’asconde e tace

e nega alla campagna il suo calore,

 

il verso mio la luce tua riporta

tra innumeri anni ai secoli futuri,

sicché qual dea vivrai tra gente nova.

 

Auguri!

Cleto, 8 marzo 2014         Franco Pedatella

 

Read Full Post »

La notizia che Forza Italia vorrebbe candidare Berlusconi alle prossime Elezioni Europee m’indigna  fortemente sia perché la proposta mi sa di sfida alle istituzioni ed alla logica del comune buonsenso (un condannato non è per legge né candidabile né eleggibile) sia perché, e soprattutto, è un’ennesima manifestazione del disprezzo con cui lo strapotere dei potentati economici di questo Paese considera l’intelligenza della gente. È vero che chi ha tramato da decenni contro la democrazia in Italia, quella vera che voleva dare voce in capitolo alle masse dei deboli e diseredati, da un bel po’ di anni sta raccogliendo i frutti di questa scellerata operazione attuata attraverso il progressivo svuotamento dei programmi scolastici ad ogni livello e lo sgretolamento del sistema scolastico italiano da una parte, l’abbassamento di ogni funzione educativa della televisione e la riduzione ad incessante e perverso pettegolezzo quotidiano dei programmi  e dei dibattiti televisivi dall’altra, con l’immancabile conseguenza della ricaduta negativa sull’informazione e lo sviamento, persino il sovvertimento, degli interessi di milioni di telespettatori-elettori; ma forse neanche loro, gli strateghi di questa operazione infernale, si aspettavano un deserto tanto arido in mezzo ad un popolo di inventori, artisti, poeti ecc.; per quanto l’avessero prepara alla distanza con l’eliminazione progressiva dei partiti, accusati di ideologizzare la società. L’ideologia per questi signori doveva essere soltanto la loro, l’ideologia del pensiero unico. Detto questo, vengo ad inserirmi nella conversazione su fb tra Bruno Voce ed Alfredo Aloisio circa il “perdono” che avrebbe auspicato don Mazzi.

Invito tutti a rileggere ciò che scrive Matteo nel suo Vangelo: è Gesù che parla:”Chi …scandalizza anche uno solo di questi piccoli….sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino e fosse gettato negli abissi del mare. Guai al mondo per gli scandali!…”. La frase si commenta da sé, soprattutto se messa in relazione al signore, pardon! “gentiluomo”, di cui si parla, il quale non solo ha dato pubblico scandalo con il suo comportamento personale, ancor più grave per il posto di responsabilità pubblica che indegnamente ed impropriamente occupava (questa è responsabilità anche dei tanti italiani che non potevano moralmente lasciarsi abbindolare con leggerezza dal primo venditore ambulante che capita), ma anche è soprattutto per la perpetrazione quotidiana dello scandalo, eretto a modello di vita, diffuso attraverso le sue televisioni ed esteso, grazie al suo strapotere, anche a tanta televisione pubblica. Mi chiedo e vi chiedo: quand’è che il popolo italiano s’indignerà? quand’ è che dal mondo dei credenti si leverà l’indice ad additarlo non solo come peccatore, come sono tanti uomini, ma soprattutto come pubblico peccatore? E, se è vero che anche sulla terra si ha il potere di legare e sciogliere qui come in cielo, quand’è che da Roma si leverà un braccio per la condanna definitiva di Santa Romana Chiesa e della Storia? Quand’è che si mostrerà a questo individuo il Dio degli eserciti del Vecchio Testamento? Scusatemi per la lunghezza dello sfogo, ma è necessario parlar chiaro ed in modo compiuto ad un mondo che ha perso l’orientamento e che non si ricorda più neanche di avere figli, ai quali ha il dovere morale di indicare la strada giusta, che è sempre quella stretta e piena di spine e di rovi. Per questa ragione vi chiedo di diffondere questo messaggio quanto più è possibile, poiché io non sono affatto bravo nell’uso del computer, che utilizzo sostanzialmente come una macchina per scrivere. Non sono postmoderno, continuo ad essere troglodita.

Read Full Post »

Il testo è nato dalla promessa di scrivere sulla genialità dei calabresi fatta la sera del nove febbraio 2014 ai giovani del Comitato Civico “Natale De Grazia” di Amantea, in particolare a Michele Muoio, che me l’ha sollecitata, invitati a Cleto dall’Associazione “La Piazza” per discutere circa il problema della costruenda discarica in località Giani ad opera del Comune di Lago ed in generale del problema dei rifiuti in Calabria. L’ispirazione e l’architettura della composizione seguono immediatamente la promessa. La stesura avviene nei giorni immediatamente successivi; la scrittura in computer in forma definitiva, almeno per il momento, avviene oggi.

 

Quando gli antichi Brettii qui vivevano,

era la nostra terra fortunata

di genî produttrice e demiurgo

di civiltà, di popoli e Il culture.

 

Fu Magna Grecia e di splendori d’arte,

di genti e monumenti grande madre,

quando sbarcâro d’esperienza ricchi

esperti marinai e le diêr lustro.

 

Quivi portò primiero in Occidente

Pitagora il sapere filosofico

e il numero sancì esser l’essenza

d’ogni realtà che all’uomo è dentro e intorno.

 

Quivi insegnò il filosofo i principî

della sua scienza, di filosofia.

Lo udiron molti sí che scuola aperse;

dei numeri diffuse conoscenza.

 

Italia poi divenne e il nome diede

allo Stivale  e a sé serbò Calabria

con bell’appellativo, che i bei frutti

ricorda dei suoi monti, piani e valli.

 

Telesio, Cassiodoro, Campanella

vennero figli a questa terra eccelsi

a proclamar quel ch’oggi è ancor: di storia,

di genî culla e porto a chi in mar vaga.

 

Dell’oggi che altro dir, dei guai odierni:

speculazione sulle belle coste,

deturpamento delle sue bellezze,

montagne di rifiuti pestilenti

 

che vita fugge e morte s’appropinqua;

i monti e i colli in preda all’abbandono

che in frana porta a valle i bei villaggi

pei fiumi d’acqua più non regimati;

 

e la normale vita della gente

alla paura in preda ed al disturbo

da malavita ognóra provocati

con la violenza in chiasso o la silente;

 

ed il bisogno, disoccupazione,

che inoperosa tien la miglior forza?

Víndice leverà la mente e il braccio

per riscattar l’offeso onor, la fama,

 

tornar regina in mar Mediterraneo,

dei rivieraschi popoli lanterna,

guida a chi scienza imprende e il nuovo esplora.

Cosí risorta la Calabria voglio.

Cleto, 1° marzo 2014                  Franco Pedatella

Blog: francopedatella.com

Read Full Post »

(Ai professori Ilio De Luca ed Antonio Perricone)

 

Dell’Aüser son pronti i baldi soci

che ad Amantea oprano in trincea,

mettendo in campo competenze e amore

verso chi ignora e d’imparar desira.

 

Vi ho visti intenti all’opra meritoria,

Tonino ed Ilio, dritti in postazione,

per insegnare l’uso del computer

e gli elementi primi d’informatica.

 

Cechi o Polacchi, Bulgari o Africani

per voi non fanno differenza alcuna,

purché i valori dell’Associazione

 

sian salvi ed operanti nella vita

di chi ha bisogno e di chi vuol dare,

e mano stringa mano ed ambo godano.

 

Roma, 12 dicembre 2013        Franco Pedatella

 

Blog: francopedatella.com

 

Read Full Post »

Belle bandiere d’Auser qui riunite

ad Amantea son pronte a sventolare

a lieve vento che di primavera

porta gli odori e appronta i frutti estivi.

 

Ma s’ Euro tempestoso sulla terra

s’avventa a scuoter boschi, ville ed onde,

allor si stringon l’aste in un sol tronco

e i drappi fan lenzuolo spesso intorno.

 

A frotte volontari sono pronti

gli anziani, con in mano le bandiere,

a correr in soccorso a chi è in panna

 

ed a riaver aiuto alla bisogna.

L’han detto: mille voci e tante braccia

s’adopran se in via s’alza la bufera.

 

Franco Pedatella

 

Amantea, 18 gennaio 2014

Read Full Post »

Espero, signoreggi il ciel stasera

e tra le nubi solitario appari

sí come quando al cuor deserto doni

col nume tuo conforto e lo ristori.

 

Lucente il ciel rischiari e mille luci

delle città campane a te si volgono

e la tua luce paiono emulare,

tanto di lor la tua di più risplende.

 

A me riporta il cuor degli anni verdi

ed il color dei fiori in bel giardino,

perché a sua fonte il labbro mio s’abbeveri

e gusti il bel sapor della mia donna!

 

Corro sull’autostrada e il mondo cambia

nell’occhio mio, ma il raggio tuo è fermo

e fa sicuro il cuor che s’è smarrito

ed a nocchier solingo il mar rischiara

 

e la via retta addita a certo approdo

e manifesta a me la tua potenza.

Campania, 15 dicembre 2013    Franco Pedatella

Read Full Post »

Prendendo la lanterna di Diogene,

trovar potremmo forse l’uom che al caso

nostro fa e il Paese porterebbe

fuor da le secche di palude infesta

 

in più sicuro mare a navigare,

ove la vela leverebbe al vento,

da esperta e onesta man guidato a porto

miglior u’ approderebbe al fin del viaggio,

 

seco portando sani i passeggeri.

Ma ovunque vo con gli occhi e con le gambe

o col pensiero vo commensurando

 

quelli che vedo al ruolo da assegnare,

torvo si volge l’occhio verso il buio

e più non sa rimettersi a cercare.

 

Franco Pedatella

Roma, 11 novembre 2013

Blog: francopedatella.com

 

Read Full Post »

Sovra ogni altura  è un tetto e una finestra

e al fianco un fiume scorre in fonda valle,

rocce con grotte cui verd’erba adorna

l’entrata da millenni frequentata:

 

è la Calabria mia che verso il mare

scende e al monte ha il capo e i piedi a proda;

le ride il sol quando da galleria

esci e il treno punta verso il piano.

 

Talor tra il verde fanno capolino

villette o dei monti il bel profilo

fa da cornice a un cielo sempre azzurro,

 

che all’altra parte con il mar confina

e vi si specchia, quando il sol coi raggi

la tiepid’aria fende e bacia l’onda.

 

Franco Pedatella

 

Costiera dell’Alto Tirreno Cosentino, 28 dicembre 2013

Blog: francopedatella.com

Read Full Post »

Roma fu sempre meta di straniere

genti, di religioni esterne e lingue,

che la romana féro universale,

di civiltà che fêr quella romana.

 

L’Italia porto fu di più nocchieri,

che in mar viaggiando e conoscendo il mondo

qui l’esperienza del vagar portâro

e lor notizie fûser con le genti

 

distribuite in pace nelle valli

ad onorar Saturno e infiocchettare

di bionde foglie a Demetra le chiome.

 

Or sopportare può che brutto ceffo

celtico, aduso a barbari costumi,

da vicepresidente travestito

 

di quel che un dí fu il nobile Senato,

insulti rozzamente chi è ministro

della bella Repubblica Italiana

perché la pelle ha nera e vien dal Congo?

 

Questo non féro a Terenzio in Roma,

né ad Apuleio tolsero l’onore

d’esser nomato amabile scrittore,

né ad Agostino tolser l’occasione

 

di ascendere agli onori dell’altare,

anzi la vita e il cogito profondo

entrar lo féro nel cristian mistero

sicché fu proclamato in Roma santo.

 

Eppur venivan d’Africa costoro!

Ed il Sultano a onor di Federico

fermò a Jerusalem sul minareto

i versi del Corano che a preghiera

 

il popolo chiamavan  musulmano.

 

Roma, 16 luglio 2013                 Franco Pedatella

Bog: francopedatella.com

Read Full Post »

« Newer Posts - Older Posts »

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: