Il testo è stato ispirato da una fotografia che ritrae mia moglie Anna Maria e le mie due figlie Angelica e Claudia.
Non necessariamente sull’Olimpo
stan le tre Grazie a dispensare doni,
che Giove o altro dio concede agli uomini,
e vate han che a lor sacro inno intona.
Sí era un tempo, quando Esiodo d’Ascra,
il canto accompagnando con la lira,
dicea di dèi, d’uomini e d’eroi,
del cosmo e dei lavori dei mortali.
Oggi a me tocca, umile poeta,
estremo e acerbo ramo degli omeridi,
di celebrar tre Grazie sulla Terra
che amore, la bellezza, e l’amicizia
portano in dono agli uomini, che soffrono.
A lor le chiome con fil d’oro Atena
filate ha con sua mano e pettinate
in boccoli, pei quai saetta il Sole
i dardi suoi per farle scintillanti.
Con Diana vi si specchiano le stelle,
quando si copre il ciel di nero manto
per conciliar la pace a diurni stenti.
Era con mani esperte il portamento
curò cosí che ad esso si conformano
le belle forme che le fan regine
tra le altre donne che stan loro intorno.
Venere le profuma e le fa dolci
al guardo di tanti uomini incantati
e intorno va l’amore seminando,
che cresce in ricche piante e porta frutti,
quali dai rossi chicchi il melograno
e il pane buono d’amicizia in dono.
Questa missione compion le tre Grazie,
che agli occhi miei son dee, son tre madonne.
Ha bei pensieri Eufrosine Anna Maria,
che con letizia dona alle vicine
sí che il donare porta aer di festa
e suscita gaiezza in chi l’è intorno.
Aglaia, la Splendente, Claudia mia,
ha l’animo gentil e ne fa dono
a chiunque s’avvicini e le domandi
che vesta i panni di chi ha più bisogno.
Le lucon gli occhi qual di notte Sirio,
quando tra l’altre stelle è più lucente.
Talía, la produttrice d’ogni bene,
fattrice di ricchezza, la Fiorente,
Angelica, completa Triade Santa
e tutte abbraccia in cuor e con la mente.
Se ispiratrice è questa compagnia,
io toccherò la vetta di poesia.
Cleto, 12 gennaio 2016 Franco Pedatella
Blog: francopedatella.com
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