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Archive for settembre 2012

 

Borgo “Chjanura” a nuova e intensa vita

stasera in te, Amantea, è ritornato,

la via degli abitanti antichi ha empita,

mestieri e professioni ha rinnovato.

 

Di panni popolani s’è vestito,

pregi e difetti antichi ha riportato

sul vecchio palcoscenico, ha vissuto

di vita popolana i dí passati.

 

C’era la via con gli archi ed i balconi,

le porte, i vicoletti ed il selciato

che fu per tanti lustri consumato,

nei secoli che il sol l’ha riscaldato,

 

da pescatori, donne ed artigiani,

da viaggiatori italici e d’oltralpe

che attratti dal tuo sole e dal tuo mare,

da secoli di storia e vita illustre

 

t’han visitato e il cuor tu hai lor rubato

perché nei lor Paesi t’han portato,

lustro nelle “Memorie” lor t’han dato,

dell’ospitalità t’han ripagato.

 

C’erano tutti al Borgo squattrinato:

sui tacchi ticchettava il calzolaio;

il pazzo c’era, che nel modo antico

lanciava i suoi liquami dal balcone;

 

c’era il sindacalista inascoltato

che, “l’Unità” del tempo sotto il braccio,

volea portare della CGIL

la voce ai popolani assai sfruttati,

 

ma quelli da altre begheeranpresi

e non sapean neppur di che parlasse

sí che la voce del sindacalista

sotto il vociar di donne era sommersa.

 

Qui scende d’alto loco don Luigi,

portando séco donna Serafina,

che sott’ampio cappèl con gli occhi ammicca

ad ogni popolan che le va intorno.

 

Questo con far s’inchina riverente

al sorridente sposo che a suo agio

sorrisi a buon mercato a ognun dispensa

con far di signorotto di provincia.

 

Perfin la “Cantinera”, Michelina,

gli usa rispetto quando gli rammenta

di pranzi e cene sconfinata lista

a credito che arriva fino a Roma.

 

Soltanto il calzolaio, screanzato,

sul tavolo del pranzo le aggiustate

scarpe gli posa e di essere pagato

con fare lesto chiede ed insistente.

 

Peccato, a disturbare il pranzo a sbafo,

da battibecchi in via intervallato,

vaso da notte arriva rovesciato

del liquido di Nicolino il Pazzo,

 

che or con fischietto, or con tromba o corno

appare dal balcone e annuncia un fatto,

disperazion di donna Carolina

e della figlia in cerca di marito!

 

Su altro balcone donna Carolina,

l’amabil sua figura nello specchio

sempre ammirando, mostra al vicinato

la sua bellezza e parla e vanta e loda

 

la riccioluta chioma che sul collo

a boccoli scendendo s’inanella

a incorniciarle il viso delicato.

E poi le qualità…oh, che gran lodi

 

delle sue doti di massaia e donna,

padrona di palazzo e cuoca fine,

di buongustaia e madre di famiglia!

Peccato aver per sposo Nicolino

 

il Pazzo, ‘u Ciüotu, pei vicini!

Ma questa è un’altra storia. È malasorte.

Intanto ai venti vanta:” Ho una figlia

bella da maritare e il mondo ha invidia”.

 

Che dolci motti, che lusinghe dolci

all’aria lancia al caldo canto d’Ilio,

che serenata intona in lievi note

portando l’armonia napoletana!

 

Infatti da una via che s’apre accanto

un canto e un suono giungon di chitarra,

struggente amor cantando ad una bella

che s’affacciar non vuole alla finestra.

 

Crea quest’incanto il professor De Luca:

richiama Carolina alla finestra,

che pronta coglie il senso della cosa

e volge a pro di sé e di figlia sposa.

 

A sé ed alla figlia attribuisce

il bel messaggio della serenata,

che allegra il cuore nella notte quieta

alla città e a tutto il vicinato.

 

Ma vita al tutto danno i pescatori,

che l’anima di te son, Amantea.

La fitta trama cucion delle reti

e intrecciano le mani alle parole

 

sí che nel mondo lor di marinai

s’intrecciano del mondo le vicende

e l’aspra vita d’uomini del mare

racchiude il bene e il male della storia.

 

Intorno a lor si muove Teresina,

che con don Ciccio battibecca in serie

perché quel che guadagna con le scarpe

lo porta a Michelina ‘a Cantinera.

 

Ma il pover’uom rincara: ”Non son ebbro!

Mi faccio a gocce solo un bicchierino”.

A testimoni chiama Michelina,

il falegname e chiunque è lí vicino.

 

Sbotta Natale, mastro falegname,

e se la prende con il mondo intero;

quindi agli attrézzi sparsi dà di piglio

e irato ai piè li scaraventa intorno.

 

Giura sulla virtú del calzolaio

Ricuzzo, il venditore, che ogni merce

offre ai passanti con il cuore in mano.

Vorrebbe gli comprasser pure i chiodi

 

cui sono appesi i manici dei cesti.

Quivi fan bella mostra pani e frutti

che attirano lo sguardo dei presenti:

mangiar con gli occhi par li voglian tutti.

 

Da un vicoletto sbucano ragazze

che con sorrisi, motti, atti e gesti

sui giovanotti, gusti e preferenze

scambiano senza freno confidenze.

 

Sui volti splende un raggio di speranza,

sul labbro è un risolino un po’ furbetto,

ma il tono e le parole son saggezza

nell’esplicar di vita un gran progetto.

 

Poi tutto intorno al tavolo si scioglie,

‘u don Luigi e donna Serafina

consumano la tavola imbandita

e tende ognun la mano e fa una presa.

 

Questo scenario e recita in costume

ti ha regalato Salvatore Sciandra,

il professore. Egli ha per costume

di far delle ricerche sul passato,

 

scavar tra le memorie, riportare

al dí presente quel ch’è già accaduto,

tradurre in verba quel che l’uomo è stato,

farne quadretti come fiori in cesto.

Franco Pedatella

Amantea, 29 agosto 2012

Blog: francopedatella.com

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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A Franco Marghella.

 

Ad uno ad uno cadon come foglie

i miei cugini, sangue del mio sangue.

Io, che i fratelli miei giammai conobbi,

come fratelli e zii tutti li ebbi.

 

Or l’ultimo sei tu, che nera Morte

rapí anzitempo all’affetto nostro

dopo impietosa e ingrata malattia

che ogni vitale nervo ti consunse.

 

Or naviga pei verdi prati e cogli

degli odorosi fior nettareo succo

sí che di odor la tomba tua cospargi

 

e chi verrà a trovarti, un fior recando,

senta che intorno aleggia un grande odore

e un sacro Nume veglia e odor vi sparge!

 

Aiello Calabro, 29 agosto 2012

Franco Pedatella

Blog: francopedatella.com

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Cleto Festival 2012

Cleto Festival 2012, prima serata                                            di Franco Pedatella

E’ stata davvero interessante la serata di apertura di Cleto Festival edizione 2012, organizzata dalla locale Associazione “La Piazza” nel meraviglioso spazio di “Porta ‘a Forgia”, all’interno del centro storico dell’antico Borgo di Pietramala. Le parole che scorrevano sul maxischermo posto nello scenario naturale della piazzetta con sullo sfondo un cielo stellato, ispirate ad una sorta di religione ecumenica della Terra, modulate in un succedersi di invocazioni a varie divinità appartenenti alle più diverse culture religiose insieme ad un pulsare di scene di vita cellulare, ed i gesti quasi ieratici degli attori che hanno concentrato in modo esclusivo su di sé l’attenzione del numeroso pubblico, persino dei bambini, in una silenziosa contemplazione di quanto si moveva di fronte ai loro occhi, hanno coinvolto emotivamente tutti i presenti, creando un’atmosfera di transfert in cui ognuno si è sentito protagonista responsabile di una riflessione personale sulle sorti della Terra e dell’umanità intera.

Poi decisamente coinvolgente è stato anche lo spettacolo teatrale “V.I.T.R.I.O.L.” in cui l’attrice Paola Scialis, accompagnata magistralmente dalle musiche di Gerardo Vespucci, con strine, filastrocche ed una originale “Serenata” composta da lui stesso, ha saputo guidare il pubblico in una specie di rivisitazione della storia della Calabria riletta dal punto di vista dei “Briganti” ed in chiave contadina, che ha creato, grazie anche a momenti di chiamata in causa diretta del pubblico, momenti di viva partecipazione e di attiva condivisione.

I successivi spettacoli “CICO VARIETÀ “, SARA SENZALACCA” e MUSIC from PIETRAMALA” nello spazio antistante al Palazzo Longo hanno concluso una serata in cui è esplosa l’originalità  del genio creativo calabrese insieme alla “volontà di restare” per affermare, forse bisognerebbe dire meglio “confermare”, da qui, dalla Calabria, che “un’altra Calabria non solo è possibile, ma esiste”, come recita il volantino del programma distribuito dalla stessa Associazione a titolo dell’“Incontro” previsto per la seconda serata.

Cleto, 20/08/2012                                                                 Franco Pedatella

Blog: francopedatella.com

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