I versi sono stati ispirati dalla notizia della morte di zio Giovanni Chilelli nella lontana e fredda Torino, diversa per il clima e per l’ambiente umano circostante dalla natìa cara Amantea e da Pisa, dove aveva vissuto gli anni di lavoro scolastico da direttore didattico con entusiasmo, circondato sempre dall’affetto e dalla stima di maestri, collaboratori, amici e conoscenti, i quali hanno continuato a manifestargli stima ed amicizia anche durante i lunghi anni della pensione.
Or che la lingua tace e l’aure sorde
son a qualunque suon lor giunga grato,
vorrei che la tua spoglia riposasse
là dove mano amica un fiore posi
per eternar con te, mio caro zio,
il dialogo affettuoso che tenesti
in vita con colleghi, amici e cari
che intorno a te giravan quali a fiore
api per trarne il miel che addolcia i giorni.
Pisa, direi, o Amantea assolata
darebbe a te il calore che hai cercato
sempre dentro il cammino di tua vita.
Lì posin ristorate le tue ossa
cui man pietosa venga quotidiana,
col pianto da lontano della sposa
e il duol segreto ascoso in cuor dei figli,
a tener vivo il filo ed il legame
che in mente a chi rimane tienti unito
a quel ch’è vita, amor, franca amicizia,
che sempre rifuggì da infingimenti.
Franco Pedatella
Cleto, 26 settembre 2013
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